Il Comitato per la Resistenza
Democratica nasce a Nola (NA) il 19 luglio 2009 (anniversario della
morte di Paolo Borsellino) con un preciso scopo: contrastare la
presenza della criminalità organizzata nelle Istituzioni e negli Enti
Locali in un territorio (l'Area Nolana) il cui sistema democratico è
fortemente infiltrato e condizionato dal fenomeno criminale.
La forte presenza della criminalità
organizzata che spesso viene considerata la causa prima di tanto
degrado sociale, civile, economico del territorio campano non è, a
nostro avviso, la malattia che fa marcire il vivere civile ma solo un
sintomo di una condizione di illegalità che parte dall’alto e che
regola l’intero sistema delle relazioni sociali ed economiche.
Come dice Paolo Borsellino in una
delle sue ultime interviste:
“Nelle società
moderna il fenomeno della criminalità non è sopprimibile né è
sopprimibile il fenomeno della criminalità organizzata… è chiaro che si
tratta sempre di una lotta di contenimento; non c’è dubbio, però, che
ad un risultato si deve necessariamente tendere, cioè ad eliminare non
tanto quella particolare forma di criminalità organizzata o certe
particolari forme di criminalità organizzata ma a eliminiare forme di
criminalità organizzata che, in un modo o nell’altro, finiscono, almeno
in Italia, per condizionare larghi settori della vita politica; e
questo è, evidentemente, una cosa che uno stato civile non può
sopportare e... deve tendere alla eliminazione.
[…]
...non bisogna ritenere termometro della presenza mafiosa il fatto
degli omicidi […] perché oggi la mafia riesce a gestire certi
interessi che si confondono o che passano attraverso le attività
lecite, le inquinano e portano sicuramente a grossissimi danni
all’economia.”
Ciò
che inquieta di più del fenomeno criminale è che esso troppo spesso
si basa (e in un’area come quella nolana si fa più evidente) su una
condizione di limitazione delle libertà civili e su un continuo stato
di inibizione dei diritti costituzionali (operato non dai cosiddetti
"criminali di strada" ma da esponenti politici, rappresentanti di
ordini professionali, dirigenti e funzionari pubblici che gestiscono
gli Enti Locali in maniera illecita con criteri altamente discrezionali
ed operano spesso in violazione delle leggi dello stato) in modo da
trasformare artificialmente il diritto in concessione, in favore, in
atto paternalistico e clientelare e finendo con l'alterare l'insieme
delle tutele previste dalla costituzione democratica (volta a tutelare
l'interesse della collettività e delle minoranze) in strumenti
funzionali alla difesa di interessi particolari nient'altro che
criminali.