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sabato 5 marzo 2011

Le nomine all’Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell’Area Nolana: alcune inquetanti considerazioni sul nuovo CDA

Biagio Ciccone, originario di Saviano, membro della segreteria regionale della Uil Campania, esponente di area Pd fino a pochi mesi fa, è il nuovo presidente dell’Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell’area nolana. Il neo Presidente subentra a Ciro Cimmino nominato a sua volta Presidente del Collegio Sindacale insieme a Francesco Petrella e Antonio Alfieri. A comporre il neo Consiglio d’Amministrazione Ferdinando Ambrosino, ex Sindaco di Saviano (vice Presidente) e Raffaele Riccio, ex Sindaco di San Paolo Bel Sito. Nomine che arrivano alla scadenza naturale del mandato che hanno comunque sollevato dure contestazioni soprattutto tra i banchi dell’opposizione in consiglio comunale. Pomo della discordia due fattori importanti: la provenienza politica e "residenziale" dei neo eletti. (dal Mediano online)

A circa un mese dalle nomine del nuovo CDA dell’Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell’Area Nolana, le (poche e isolate) critiche rivolte dalla (scarsa o pressoché assente) opposizione politica, e relative al fatto che il presidente e il suo vice sono stati esponenti, fino a pochi mesi fa, del Partito Democratico e che sono entrambi originari del Comune di Saviano, sono state già dimenticate.

Abbiamo atteso un mese per verificare se qualche esponente politico o della società civile ponesse altri (molto più seri e inquietanti) interrogativi sulle nomine dell’Agenzia ma abbiamo dovuto constatare, non senza un certo rammarico, che null’altro si è avuto da dire.

Per tali motivi il Comitato ha deciso di parlare, ben consapevoli che, lungi dall’ottenere l’effetto di stimolare i nostri amministratori locali (e i cittadini stessi) ad un serio esame di coscienza sulla natura e gli effetti della gestione politica del territorio, accresceremo solamente la schiera dei nostri "avversari".

La nostra coscienza civile ci impone comunque di esporre argomenti di cui, nell’area nolana, molti sono a conoscenza ma di cui nessuno ha il coraggio di parlare.


Cominciamo dal dire chi sono i tre membri del nuovo CDA dell’Agenzia:

Biagio Ciccone, originario di Saviano, è membro della segreteria confederale della UIL Campania dal febbraio del 2010 e funzionario dell’ITALGAS (gruppo ENI). Poche persone – salvo le bene informate – ricordano che il Ciccone in gioventù è stato, nelle fila del PSI, membro della amministrazione e poi sindaco (tra il 1989 e il 1990) del Comune di Saviano il cui consiglio, fu sciolto il 07 agosto 1990 dal Presidente della Repubblica per infiltrazione mafiosa;
Ciccone abbandona definitivamente la politica attiva tra il 1992 e il 1993, nello stesso periodo in cui diversi esponenti dell’amministrazione comunale di Saviano vengono arrestati e processati per diversi reati legati agli appalti comunali; in quegli stessi anni furono avviati i procedimenti giudiziari a carico del senatore di Saviano Carmine Mensorio (procedimenti poi tragicamente bloccati nel 1996 a causa della morte per suicidio dell’inquisito senatore DC) e gli altri processi conseguenti alle rivelazioni dei due supercollaboratori di giustizia Carmine Alfieri e Pasquale Galasso;

Ferdinando Ambrosino, medico appartenente fin da giovanissimo al gruppo della DC facente capo al defunto senatore Carmine Mensorio, fu sindaco di Saviano nel 1992 e venne arrestato, insieme ad altri esponenti della amministrazione comunale di Saviano, nel 1993 con l’accusa di aver concesso irregolarmente un appalto di circa settecento milioni di lire per la costruzione di una scuola (caso già accennato nella nota biografica su Ciccone);
Dopo tale episodio anche Ambrosino abbandona la politica attiva fino all’inizio degli anni duemila quando, a seguito dell’ascesa politica di Pasquale Sommese (altro vecchio esponente del gruppo del senatore Mensorio negli anni ottanta e sponsorizzato, negli anni dal 1997 al 2005 circa, dal medico, congiunto dello stesso Mensorio, Giuseppe Scalera, oggi senatore PDL); nel 2005 viene eletto sindaco di Saviano nelle fila della Margherita (partito di cui Sommese diventa consigliere regionale nello stesso anno) per poi dimettersi clamorosamente un anno dopo e aprendo così la strada all’elezione a sindaco di Rosa Buglione (sempre nelle fila della Margherita ma in quota al consigiere regionale PD Roberto Conte);

Raffaele Riccio, avvocato, sindaco di San Paolo Bel Sito dal 2005 al 2010 (FI e poi PDL) e figlio del più volte sindaco di San Paolo (sciolto due volte per associazione mafiosa) Luigi Riccio; mentre Raffaele diventava sindaco di San Paolo, il padre Luigi veniva arrestato per scontare una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa; dopo cinque anni di amministrazione, funestata nei primi mesi da accuse di compravendita di voti nonchè di estorsione di consensi tramite sistemi intimidatori (di cui, però, non vi è stata alcuna conferma giudiziaria), Luigi Riccio sceglie di non ricandidarsi lasciando il posto a Manolo Cafarelli, esponente PDL della sua maggioranza, naturalmente eletto a sua volta sindaco;
Sulla figura di Luigi Riccio basta citare la sentenza del 2000 della prima sezione della corte di Assise di Napoli del processo Alfieri + 77 che recita: "Il contributo assicurato dagli imputati in esame concerne anche il fondamentale settore dei collegamenti del gruppo con gli imprenditori e gli apparati istituzionali.
In proposito il Galasso ha, in particolare, illustrato gli stretti legami esistenti tra i fratelli Russo e il sindaco di S. Paolo Belsito, Riccio Luigi: Luigi Riccio, sin dall’ingresso dei fratelli Russo nella nostra organizzazione, resta nelle mani dei fratelli Russo, in particolare di Pasquale Russo, il fratello più autorevole del gruppo di Alfieri.
Ha, tra l’altro, ricordato l’intervento spiegato dal Riccio, proprio grazie al privilegiato rapporto con Russo Pasquale, per comporre il grave dissidio insorto tra D’Antuono Giuseppe, ex sindaco di Sant’Antonio Abate, ed i componenti locali dell’associazione Mercurio Gaetano, Santonicola Bernardo, D’Auria Ciro, De Riso Catello e Galasso Domenico”.


Dalla disamina biografica dei tre componenti dell’attuale CDA dell’Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell’Area Nolana appare chiaramente che, al di là di eventuali considerazioni sulla integrità personale e professionale dei nominati (sulla quale nulla si può e si deve dire), a vent’anni dalla prima repubblica e dal terremoto politico di Tangentopoli, la classe dirigente dell’area nolana è ancora prevalentemente composta da gruppi politici appartenenti a tale oscuro periodo di storia della Repubblica.

Altra considerazione che naturalmente emerge è il fatto che le nomine del CDA dell’Agenzia di Sviluppo non fanno altro che evidenziare la debolezza politica delle amministrazioni comunali membre del consorzio rispetto ai due personaggi politici che tali territori "politicamente controllano": Paolo Russo e Pasquale Sommese, senza dimenticare la presenza più o meno defilata dello stesso senatore Vincenzo Meo.

Altro interrogativo che ci siamo posti (e che nessuno ha ricordato o ha voluto ricordare) riguarda un evidente conflitto di interessi a carico del presidente: Biagio Ciccone è stato eletto, nel febbraio 2010, membro della segreteria regionale del Sindacato UIL Campania; per chi non lo sapesse i sindacati confederali (CGIL, CISL e UIL) hanno la funzione principale (sancita dalla normativa regionale), presso le agenzie di sviluppo, di vigilare sia sugli atti di indirizzo sia sui risultati e le ricadute occupazionali delle politiche di investimento dei fondi pubblici destinati alle agenzie stesse.

Il fatto che la presidenza dell’Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell’area nolana sia affidata ad un segretario regionale UIL che da quanto ne sappiamo ancora non si è dimesso dal proprio incarico sindacale pone dei legittimi dubbi su quale sarà il livello di controllo istituzionale (da parte dei sindacati) sulle attività dell’agenzia (a causa dell’evidente conflitto di interessi che pone il controllore alla guida dell’ente controllato).

Alcune considerazioni di carattere generale:

Il fatto che, nell'area nolana, non sia stato possibile, in questi ultimi venti anni, la formazione di una classe poltica non direttamente compromessa con un certo periodo, quantomeno oscuro, della storia repubblicana pone l’interrogativo su quali siano e siano stati i motivi ambientali di tale situazione.

Come si diceva, anche se non vi sono state dirette indicazioni di responsabilità penale a carico di molti personaggi coinvolti negli anni novanta in processi per associazione o concorso in associazione mafiosa (tra l’altro diversi processi, quale quello a carico del senatore Meo, si sono estinti per prescrizione prima della sentenza definitiva o comunque hanno assolto in forma dubitativa), bisogna ammettere che, nella fascia di territorio che da Castellammare di Stabia, passando per l’area vesuviana, giunge fino a Nola e al basso casertano, le commistioni tra politica e camorra (senza tralasciare la famigerata massoneria, deviata o no) sono particolarmente profonde e radicate tanto (è il caso dell’area nolana) da far confondere i due livelli.

Una descrizione particolarmente dettagliata delle commistioni tra politica e criminalità organizzata nel territorio della provincia di Napoli è stata fornita dal giornalista Nello Trocchia, che fin da giovanissimo si è dedicato allo studio dei fenomeni mafiosi proprio a partire dall’area nolana.

L’unica cosa che possiamo fare in una situazione siffatta, è continuare la nostra attività di controllo sull’attività delle amministrazioni locali dell’area nolana.

Sicuramente nei prossimi mesi, dovremo necessariamente porre particolare attenzione alle attività della Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell’Area nolana (che fino ad oggi si è già caratterizzata per una gestione quantomeno poco trasparente oltre che scarsamente impattiva sul tessuto socio-economico locale).

Antonio Alfieri

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