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lunedì 28 febbraio 2011

COMUNICATO A SEGUITO DEL CONVEGNO SU LAVORO, DIRITTI E LEGALITÀ TENUTO DALLA CGIL NELL’AULA CONSILIARE DEL COMUNE DI NOLA.

Immagine dei lavoratori dell'Un.Si.L/COSNIL dell'Affidamento delle Pulizie del Tribunale di Nola


I lavoratori in Assemblea
LAVORO, DIRITTI e LEGALITÀ: mentre la CGIL ne parla, i lavoratori dell’affidamento del Servizio di Pulizia del Tribunale di Nola lottano per la loro affermazione!

È una piccola storia di provincia, la storia della ventina di lavoratori del Servizio di Puliza dei locali del Tribunale di Nola, assunti nel luglio 2008 senza vedersi riconosciuto il diritto al passaggio di cantiere dalla ditta affidataria del pubblico affidamento del Comune di Nola.

I lavoratori non ci stanno e protestano ma, proprio i sindacati che dovrebbero difenderli (a quel tempo la FILCAMS CGIL e la UGL) danno ragione alla ditta e accusano i lavoratori di turbare le procedure di affidamento (rischiando di far aprire una inchiesta penale a loro carico) con pretese illecite e illegittime.

Lo stesso dirigente UGL del tempo, Antonio Alfieri, venne cacciato dalla propria organizzazione proprio per aver difeso e lottato per l’affermazione dei diritti di quei pochi lavoratori di quel piccolo appalto del piccolo paese nella provincia profonda.

I Lavoratori in Assemblea
Seguono due anni e mezzo di lotte sindacali, di manifestazioni e denunce all’Autorità Giudiziaria nelle quali i lavoratori, con un piccolo sindacato autonomo autocostituito (visto che nessuna delle grandi sigle confederali condivideva le posizioni dei lavoratori) hanno chiesto giustizia subendo minacce, pressioni e delegittimazioni continue.

Nel gennaio del 2011 la Procura della Repubblica di Nola avvia formalmente l’inchiesta su una serie di reati per l’appalto delle pulizie del Tribunale, una sequela di circa venti reati distinti, a carico di amministratori e funzionari del Comune di Nola e delle imprese gestori dei servizi, con lo scopo di gestire illegittimamente diversi milioni di euro di appalti.

Inutile dire che nessuno si è ricordato dei lavoratori e del loro piccolo, insignificante sindacato che ha lottato contro tutti i poteri forti, sindacati confederali compresi e giungendo a denuciare anche la stessa CGIL.

Esiste in Campania il sidacato della lotta, della giustizia, della legalità e del diritto ma spesso tale movimento non si identifica con le grandi sigle che hanno “fatto la storia del sindacalismo” e che oggi sono spesso i migliori complici dei sistemi criminali che gestiscono gli appalti pubblici.

I Lavoratori in Assemblea
Negli ultimi giorni si sono svolte le procedure per l’affidamento temporaneo (in attesa della definizione delle procedure della gara d’appalto triennale) del servizio di pulizie del Tribunale di Nola. Nonostante le inchieste in corso sulla precedente gestione ci sono stati diversi tentativi di condizionare e turbare le condizioni dell’affidamento (sempre con la curiosa complicità dei grandi sindacati) ma, anche in questo caso, la ventina di lavoratori, insieme al loro piccolo sindacato, si sono schierati in difesa dei loro diritti.

Mentre la CGIL, nel pomeriggio del 25 febbraio, parlava di diritti nell’aula consiliare del Comune di Nola, i lavoratori, la mattina nella stessa sala, tenevano assemblea per ribadire la loro volontà a garantirsi il lavoro, i diritti civili, la dignità di cittadini.

MENTRE LA CGIL PARLAVA I LAVORATORI LOTTAVANO, E, PER ORA, I LORO DIRITTI SEMBRA SIANO STATI RICONSOCIUTI.

La Organizzazione Sindacale Un.Si.L./COSINL dell'Area Nolana.

giovedì 24 febbraio 2011

IL FRONTE della LEGALITA' SI SCHIERA CON PADRE DEPALMA nella LOTTA alla CRIMINALITA' ORGANIZZATA

PUBBLICHIAMO LA LETTERA ALLE PERSONE CHE VIVONO NELLA CRIMINALITÀ DEL VESCOVO DI NOLA PADRE BENIAMINO DEPALMA

Per chi come noi da anni lotta per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nella Pubblica Amministrazione e negli Enti Locali, la lettera del Vescovo rappresenta un importante passo nel cammino per la riaffermazione dei principi di legalità.
In un territorio quale l’area nolana, nel quale la cultura mafiosa è tanto diffusa nella società civile da renderla praticamente "istituzionalizzata", il messaggio del Vescovo assume un particolare significato.
In un territorio dove la criminalità organizzata non ha bisogno di "sparare" e che non presenta, per tali motivi, gravi elementi di turbamento dell’ordine pubblico, è difficile anche solo cercare di affermare la presenza di un cancro sociale di tali proporzioni tale da, come afferma lo stesso Padre Depalma, condizionare pesantemente l’intero sistema economico e il livello di libero accesso al lavoro dei giovani.
Noi in quattro anni lo abbiamo provato direttamente provando tutto il peso di uno scontro impari con un intero "sistema", radicato e rappresentato a diversi livelli nelle istituzioni e nella societò civile, che ci è costato moltissimo sia a livello professionale che sociale!
Esprimiamo la nostra vicinanza e comunione con il Vescovo Padre Depalma e riaffermiamo che saremo al suo fianco nel cammino per la liberazione dal giogo del sistema mafioso delle nostre comunità.
Noi crediamo nell’antimafia dei fatti, della denuncia pubblica e coraggiosa, della sollecitazione e dell’affiancamento all’azione dell’Autorità Giudiziaria... perché senza una azione concreta non sarà mai veramente possibile intraprendere un cammino di progresso civile e democratico che, probabilmente, la nostra terra non ha mai effettivamente avviato.
Da oggi la nostra azione viene raffermata dalla consapevolezza della comunione con il Pastore della Chiesa di Nola che ringraziamo per il grande dono di coraggio, dignità e carità che ci ha recato con il suo limpido ed evangelico esempio.

"Vorrei gridare,come fece Giovanni Paolo II in Sicilia: «Convertitevi!». Un urlo lancinante che ha segnato la mia esperienza di pastore. Allo stesso tempo, però, vorrei quasi sussurrarvi: «Un’altra vita è possibile… la felicità è una porta che può aprirsi anche per voi… il presunto coraggio di uccidere e fare del male può diventare ver...o coraggio, quello di dire la verità e fare verità dentro di sé…».
Si, voglio parlare con voi e a voi, alle persone che hanno fatto e fanno scelte criminali. Come ogni uomo e ogni donna, anche voi avete bisogno e diritto ad una parola chiara. Probabilmente mi risponderete, in dialetto: «Ma chi te l’ha chiesta? Fai il prete, pensa ai sacramenti…». Non m’importa: io voglio parlare lo stesso. Mi sono spesso rivolto alle istituzioni e alla gente. Questa volta, invece,mi rivolgo a voi. Perché siete voi, proprio voi, il punto.
Forse, se ciascuno di voi raccontasse la sua storia, emergerebbero tanti diversi profili. Chi è vissuto intriso di cultura camorristica, al punto da pensare che il mondo non possa che andare così, secondo la legge del più forte… chi si è sentito attratto da soldi facili e potere, chi ha sentito il “brivido” della violenza, chi ha inteso “farsi da solo”, chi ha preso questa strada come “ultima spiaggia” dopo aver cercato un lavoro legale, chi ha pensato di ribellarsi con la forza bruta dalla povertà… Vi dico, da pastore,che avrei non solo la curiosità,mail desiderio di ascoltarle davvero queste storie.
Allo stesso tempo,però, sarebbe importante che voi ascoltaste altre storie. Quella di Mario,commerciante con moglie e tre figli,che ha chiuso per via delle vostre angherie e ora tira a campare tra mille umiliazioni e un senso profondo di fallimento, quella di Giuseppe, imprenditore che si è trasferito al Nord lasciando senza lavoro 50 persone della nostra terra, quella di centinaia e centinaia di persone uccise o ridotte a letto dai fumi tossici dei rifiuti sversati senza regole. Quella di Fabio, giovane laureato in Chimica con 110 e lode che non trova lavoro solo perché ha dignità e non è disposto a stare a regole ingiuste, spesso scritte da voi con la complicità della politica e dell'economia “legale”. Quella di Marina, che ogni pomeriggio passa la giornata alla finestra, a controllare i due figli adolescenti che giocano sotto casa, con l’ansia di evitare loro “brutti giri”. Vorrei che le ascoltaste, anche se già le conoscete.
Insieme, queste storie dicono una sola cosa: quante sofferenze in questo nostro territorio! Quante lacrime, quante stragi di innocenti,quante paure per il presente e per il futuro!
Spesso noi meridionali – e sono certo anche voi – ci riempiamo la bocca dell’amore per la nostra terra. Ovunque proclamiamo il nostro senso di appartenenza. Una vittoria della squadra di calcio ci cambia la settimana. Ma se giorno per giorno la distruggiamo, questa terra, l’amore che proclamiamo è falso e ipocrita. È come dire di voler bene ad una donna che sta ferma immobile su una sedia, disponibile a farsi schiaffeggiare in ogni momento. È amore questo? No, è qualcosa di perverso e degradante. Stiamo sciupando una storia, una cultura, una terra, il patrimonio che ci è stato consegnato. Stiamo vanificando il dono stesso della vita.
In un famoso film americano, Bronx, una grande star di Hollywood, Robert De Niro, che interpreta il ruolo di un dignitoso conducente di autobus, così spiega al figlio cosa sono i delinquenti. «Sono talento sprecato, figliolo, ricorda, talento sprecato…».
Ecco, talento sprecato. Intelligenze sottratte ad una causa buona, e messa a servizio della peggiore delle cause. Mani strappate alla bellezza e consegnate alla bruttura. Piedi tolti da una strada dritta per attraversare un sentiero fangoso. E quello che più mi rattrista è che associate ai vostri gesti, alle vostre azioni, ai vostri comportamenti addirittura un senso religioso. No, questo no, non è plausibile. In nessun modo Dio approva l’omicidio di singole persone e di una collettività, la violenza, la superbia, l’ingiustizia, l’illegalità, il ricatto… E non sono grandi statue di santi, o sontuose offerte economiche o residui della superstizione popolare che vi fanno essere credenti autentici. Ve lo dico con tutta la chiarezza di cui sono capace! E mentre lo dico a voi, lo dico a tutto il popolo di Dio, ai fedeli laici, ai sacerdoti, ai religiosi: la vita criminale non è compatibile con la fede in Dio Padre!
Tante persone a volte mi dicono con senso di provocazione: «Padre, ma per 500 euro al mese non è meglio che faccio il camorrista?». «No! – rispondo d'impeto -. Se tu guadagni 500 euro è proprio per quel meccanismo perverso che la criminalità orienta, e che porta il debole a sopperire. Se passi dall’altra parte, domani tuo figlio ne guadagnerà 300…». Certo, facile parlare per un vescovo, uno che, come dite voi, «sta sempre chiuso in quel bel palazzo».
Ma nemmeno questa considerazione mi fa desistere dal dire un'ultima cosa. Quando un uomo o una donna tornano a casa, di sera, è come se facessero i conti con la loro giornata. È essenziale, per ciascuno di noi, poggiare la testa sul cuscino dicendo: «Ho fatto tutto quello che dovevo e potevo, e sono pronto a fare altrettanto domani…». Voi, se ci pensate, vi state negando la possibilità di un sonno sereno e giusto. E negandovelo, lo negate ai vostri cari. E, ormai, lo state negando a noi tutti. Ecco, ora che con grande trepidazione vi ho detto quanto sentivo, anch’io posso poggiare la testa sul cuscino con il cuore più libero, ma non meno inquieto. Vi penso in case lussuose, in poveri appartamenti, in cella, per strada, in una masseria abbandonata. Prego perché la vostra conversione potrebbe essere la salvezza di questo popolo. In nome di Dio che ama la giustizia e la verità, recuperate la bellezza della vera umanità, con il vostro cambiamento interiore ridate speranza alla gente, recuperando il vostro senso della verità restituite un futuro sereno alle nostre città, al nostro sviluppo. Ho fiducia che anche in voi continui ad esserci il desiderio di altro, dell’altro e dell’Altro."
+ Beniamino Depalma
Arcivescovo - Vescovo di Nola

Nola, 22 febbraio 2011
Cattedra di San Pietro

martedì 22 febbraio 2011

SOLIDARIETA' AL POPOLO LIBICO CHE CHIEDE LIBERTA' E DEMOCRAZIA


SIAMO CON IL POPOLO LIBICO, IN PIAZZA PER CHIEDERE LIBERTA', DEMOCRAZIA ED EQUA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE DEL PAESE!
SIAMO CON IL POPOLO LIBICO, MASSACRATO NELLE STRADE DA UN DITTATORE DISPOTICO E AUTOCRATICO!
SIAMO CON IL POPOLO LIBICO CHE LOTTA PER LA PROPRIA DIGNITA'!




 
 
SIAMO CON 
IL POPOLO LIBICO...

SIAMO 
IL POPOLO LIBICO!!!

sabato 19 febbraio 2011

Gestione Affidamenti Tribunale di Nola: Nonostante l'Inchiesta Giudiziaria in Corso, Ancora si Verificano Inquietanti Situazioni

Pubblichiamo i comunicati distribuiti dai lavoratori del Pubblico Affidamento di Pulizia e Facchinaggio dei Locali del Tribunale di Nola.
Nonostante l'inchiesta giudiziaria in corso e i provvedimenti di custodia cautelare per quattro delle decine di indagati, continuano a verificarsi alcune situazioni oltremodo inuietanti.
I lavoratori continuano ad operare il controllo democratico sullo svolgimento delle procedure di gestione.



venerdì 11 febbraio 2011

SABATO 12 E DOMENICA 13 FEBBRAIO 2011 IN PIAZZA DUOMO A NOLA

IL FRONTE della LEGALITA' ADERISCE alla CAMPAGNA del PD per CHIEDERE le DIMISSIONI del PRESIDENTE BERLUSCONI! Sabato 12 e domenica 13 febbraio 2011 il Fronte della Legalità sarà a raccogliere le firme insieme al Partito Democratico e i Giovani Democratici della Sezione di Nola.

Travaglio a AnnoZero 10/02/2011: i due pesi e le due misure della stampa berlusconiana


Marco Travaglio mette a confornto il caso Berlusconi con quanto accaduto all'ex presidente della Regione Lazio Marrazzo.
Particolarmente inquietante è l'analisi del comportamento di certi giornalisti...
Se una determinata parte politica afferma la tesi secondo cui il consenso democratico permette a certuni di essere al di sopra della Legge dello Stato, apre la strada al principio della giustificazione di tutte le deviazioni sociali che, anche se moralmente esecrabili, in un modo o nell'altro trovano radicamento nel background antropologico della società.
Se accettassimo tali principi, in molte aree del sud dove il livello di consenso popolare alle organizzazioni criminali è elevatissimo, dovremmo giustificare il sistema mafioso e addirittura integrarlo con l'organamento dello Stato (E' putroppo ciò che è accaduto dal 2002 ad oggi per quanto riguarda il caso rifiuti in Campania).
Per tali motivi il comportamento di un governo quale quello attuale, anche se vanta arresti di pericolosi latitanti, rappresenta per le mafie uno dei migliori strumenti per il proprio consolidamento territoriale e la propria infiltrazione nelle istituzioni locali.
Senza una cultura della Legalità, la pratica quotidiana del rispetto e della affermazione continua del principio di uguaglianza di fronte alla Legge, non è possibile effettuare alcuna azione di contrasto alle mafie.
Chiunque, con arroganza e contro ogni logica e morale, abusi del proprio potere (economico, sociale, politico) per attentare a tali principi, non può che essere definito "culturalmente mafioso".